Prezzi delle materie prime alle stelle: non succedeva dal 2008

Foto di markusspiske da Pixabay 

I prezzi delle materie prime sono esplosi a seguito del conflitto Russia-Ucraina. I prezzi dell'oro, bene rifugio per eccellenza, sono balzati sopra i 2.000$ l'oncia, mentre il rame e il palladio hanno raggiunto i massimi storici. Il nichel è salito di oltre il 30%, registrando il secondo picco più grande di sempre.

Il grano ha superato il limite giornaliero al rialzo per il sesto giorno di fila e il petrolio greggio ha superato i 130$, raggiungendo il massimo da luglio 2008.

La Russia è uno dei principali fornitori mondiali di petrolio, gas, metalli e cereali. Le sanzioni occidentali su Mosca non hanno toccato direttamente le risorse naturali, il che in teoria le lascia disponibili per il commercio, ma banche, assicuratori, compagnie di navigazione e partner commerciali stanno effettivamente boicottando il paese per ridurre il rischio legale e il rischio reputazionale.

l petrolio schizza a quasi 140$ dopo che gli Stati Uniti e l'Europa valutano il divieto delle importazioni russe. La Russia è il terzo produttore mondiale di petrolio e rappresenta circa il 10% dell'offerta globale.

“I prezzi del petrolio potrebbero salire fino a 200$, poiché gli Stati Uniti non sarebbero in grado di soddisfare la carenza di fornitura da un divieto del greggio russo”, ha detto Scott Sheffield, amministratore delegato di Pioneer Natural Resource, uno dei principali produttori di Shale Oil degli Stati Uniti, come riportato dal Financial Times.

L'impennata dei prezzi del greggio ha già fatto salire i prezzi alla pompa, con i prezzi della benzina che sono balzati dell'11% da una settimana fa, secondo l'AAA.

L'impennata dei prezzi delle materie prime crea anche confusione sulle scelte che prenderà la FED.

Le aspettative d'inflazione degli Stati Uniti hanno raggiunto un livello elevato dopo l'invasione: "La Fed è di fronte a un vero dilemma ora. Inequivocabilmente l'inflazione è in aumento e non è transitoria", riferisce Gorman, CEO di Morgan Stanley, aggiungendo che si aspetta che la Fed aumenti i tassi "molto metodicamente" e senza sorprese.

La banca centrale degli Stati Uniti dovrebbe aumentare il tasso di interesse overnight di riferimento di un quarto di punto percentuale il 16 marzo. Il presidente della Fed Jerome Powell ha detto la scorsa settimana che agirà con cautela data l'incertezza dell'impatto della guerra.

Fonte: MarketInsider

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