La strategia Sell CALL

call sell call short call Apr 23, 2019

Profitti e perdite della strategia Sell CALL, cioè la vendita di CALL a scopo speculativo.

La vendita di CALL è considerata un’operazione molto rischiosa se non accompagnata dal possesso del titolo sottostante. Il motivo dell’alto rischio risiede nel fatto che le perdite in questa operazione sono associate all’ascesa del prezzo del titolo, che come sappiamo non ha limiti, per cui possono essere potenzialmente infinite. Ma procediamo per gradi.

Chi sceglie di vendere CALL ha generalmente una visione non rialzista, per cui non si aspetta un’ascesa del titolo oltre lo strike entro il periodo di tempo definito dalla scadenza dell’opzione. Con la vendita di CALL si sta cedendo il diritto, pertanto si avrà l’obbligo di vendita del sottostante.

Il motivo per cui si vendono le CALL di solito è la speculazione. La speculazione con le CALL consiste nel far fruttare il proprio capitale con i premi derivanti dalla vendita delle opzioni. Infatti se il titolo non supera lo strike il venditore di CALL può tenersi il premio ricevuto all’apertura della posizione.

Prima di proseguire ripassiamo brevemente le regole base della vendita di CALL. La vendita di opzioni, sia CALL che PUT, comporta l’assunzione di un obbligo, nel caso della CALL l’obbligo di vendita del titolo sottostante (se non si possiede il titolo sarà una vendita allo scoperto). Con la vendita della CALL si riceve un premio, e se la CALL supera lo strike entro la data di scadenza dell’opzione il venditore è obbligato a vendere il titolo al prezzo definito dallo strike. Ricordiamo che un’opzione controlla 100 azioni, per cui il prezzo dello strike deve essere moltiplicato per 100. Il profitto quindi è limitato al premio ricevuto per la vendita, mentre la perdita è potenzialmente illimitata.

Vediamo quindi un esempio di vendita di CALL a scopo speculativo, con i relativi profitti e perdite. Supponiamo che a gennaio 2019 le azioni del titolo ABC siano quotate 70$. Dalla nostra analisi sul titolo riteniamo che esse a distanza di un mese non arriveranno a quotare 90$, per cui abbiamo una visione non rialzista.

Il nostro obiettivo è la speculazione per cui vendiamo una CALL con strike a 90$ sul titolo ABC, con scadenza a febbraio 2019, e per l’operazione riceviamo un premio di 2$, quindi 200$. 200$ è quindi il massimo profitto derivante dall’operazione. Stiamo vendendo una CALL per l’apertura di una posizione, quindi la transazione sarà “sell to open”, e ci stiamo assumendo l’obbligo di vendita del titolo, che non possediamo, a 90$ se questo supera lo strike entro la scadenza.

Il punto di pareggio di questa operazione è dato dalla somma dello strike con il premio ricevuto, quindi in questo caso è 92$. Rispetto all’acquisto di opzioni con la vendita si è subito in profitto, e si va in perdita se si supera il punto di pareggio. Quindi oltre i 92$ siamo in perdita.

Ricordiamo però che con le opzioni americane possiamo chiudere la posizione anche prima della data di scadenza. Di solito i venditori di opzioni fissano una soglia di prezzo da monitorare oltre la quale sanno che devono agire per modificare la posizione e non andare in perdita.

Trattandosi comunque di un’operazione molto rischiosa il broker verifica che il venditore disponga di un certo margine di garanzia a copertura dell’eventuale assegnazione.

Alla scadenza dell’opzione possono verificarsi due scenari: il prezzo ha raggiunto e superato lo strike, per cui siamo in perdita, oppure il prezzo non ha raggiunto lo strike, e quindi possiamo tenerci il premio e siamo in profitto.

Una terza opzione è quella di gestire la posizione prima che il prezzo possa arrivare a superare lo strike. Se monitorando l’andamento del titolo ci rendiamo conto che il prezzo è in fase di rialzo e vogliamo proteggerci, possiamo chiudere la posizione o modificarla.  La gestione della posizione è uno degli argomenti che trattiamo approfonditamente nei corsi MyTradingWay.

Nel caso in cui il titolo non abbia raggiunto lo strike prima della scadenza realizziamo il profitto dato dal premio, quindi i 200$ ricevuti all’inizio. Ciò che spinge gli investitori a speculare con le opzioni scoperte è proprio la possibilità di accumulare una serie di piccoli guadagni dati dai premi delle opzioni vendute, tramite la scelta oculata dello strike e la gestione della posizione. Ovviamente per poter operare in questo modo è necessario uno studio approfondito dei sottostanti selezionati, un certo capitale come garanzia in caso di assegnazione, e la conoscenza delle strategie di gestione della posizione da adottare per ogni scenario.

Con l’assegnazione siamo obbligati a vendere il titolo che non possediamo, pertanto lo stiamo vendendo allo scoperto. Come per l’acquisto di PUT visto precedentemente, il broker ci “presta” le azioni al prezzo attuale di quotazione, e noi le vendiamo al prezzo definito dallo strike. Il broker ci richiede quindi un margine a garanzia dell’operazione.

Riprendiamo l’esempio precedente e supponiamo che il titolo sia arrivato a quotare 100$, la nostra perdita sarà di 800$, che è data da:

10.000$ (prezzo attuale del titolo) - 9000$ (strike dell’opzione) - 200$ (premio dell’opzione) = 800$

Vediamo ora un grafico di analisi dei rischi e dei rendimenti per la vendita di CALL. I numeri si riferiscono all’esempio che abbiamo visto precedentemente.

 

 

Quindi, ricapitolando brevemente:

  • perdita massima: potenzialmente illimitata
  • profitto massimo: il prezzo definito dallo strike
  • breakeven: lo strike + il premio ricevuto
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