L'origine degli strumenti finanziari derivati

Dall'epoca romana alla nascita del primo contratto derivato, dalla prima bolla speculativa (sui tulipani) ai giorni nostri. La storia degli strumenti finanziari derivati in sintesi.

L’origine dei contratti derivati risale all’epoca romana, ma solo nel Medioevo sono nati i moderni mercati futures, che si tenevano presso fiere stagionali. Tali mercati si sono sviluppati per soddisfare le esigenze degli agricoltori e dei mercanti: gli accordi stipulati avevano per oggetto il raccolto futuro, e l’obiettivo primario era di giungere ad un prezzo giusto per entrambi i contraenti ed eliminare il rischio relativo all’incertezza sul prezzo futuro del grano.

Nel 1164 nacque a Genova il primo contratto derivato stipulato da un ente locale, con la vendita ad un istituto finanziario (Monte) delle entrate fiscali future del comune, in cambio di un anticipo immediato; nel 1600 ci fu l’ammissione alla negoziazione al Royal Exchange di Londra dei contratti forward, a cui seguì, nel 1637, la prima bolla speculativa sui tulipani. 

Dalla seconda metà del 1500 la Turchia esportò i bulbi di tulipano in Europa, dove, grazie ai Paesi Bassi, che divennero promotori della loro bellezza e unicità, divennero molto popolari e le varietà meno comuni vennero considerate merce di lusso; la borghesia e i ricchi mercanti li considerarono un investimento sicuro e i prezzi continuarono a crescere data la psicosi che si era creata, detta tulipomania: nel 1635 fu registrata una vendita record di 40 bulbi per 100.000 fiorini, una cifra enorme per quell’epoca. Quando nel 1637 un’asta andò deserta fu il panico e iniziarono le vendite, provocando il rovinoso crollo del mercato dei tulipani.

Nel XVIII secolo, a seguito della rivoluzione industriale, i mercati europei si occuparono di importazioni dagli Stati Uniti stipulando contratti sul cotone e sui grani, così si avvertì l’esigenza di standardizzare questo tipo di contratti. Nel 1821 venne istituito il Liverpool Cotton Exchange, per la negoziazione dei futures sul cotone, mentre nel 1848 fu istituita la Chicago Board of Trade per la negoziazione di futures sulle merci agricole. Nel 1973 viene istituito il CBOE, Chicago Board Options Exchange, la piazza principale dove oggi si trattano le opzioni finanziarie.

Dopo la prima metà del ventesimo secolo, fino al 1992, questi strumenti hanno raggiunto una notevole diffusione dovuta a diversi fattori, tra cui: la caduta degli accordi di Bretton Woods (tali accordi definivano il dollaro come l’unica valuta convertibile in oro), gli shock petroliferi del 1973 e 1979, la globalizzazione dei mercati, ecc. 

L’espansione rallentò solo a seguito di ingenti perdite accusate da grandi aziende come P&G e del fallimento della Barings Bank (1995). Alla fine del 2010 il valore complessivo delle attività sottostanti i derivati era quasi interamente rappresentato da derivati OTC, pertanto l’esposizione al rischio era abnorme a causa di uno smisurato utilizzo della leva finanziaria utilizzata dal mercato.

I prodotti derivati sono comunemente considerati pericolosi e poco chiari, pertanto i piccoli investitori tendono a starne lontani. In realtà, solo i derivati OTC sono da considerare pericolosi in quanto non soggetti a regolamentazione del mercato; per quanto concerne i derivati regolamentati è sufficiente una buona dose di studio della materia per poter investire con una oculata gestione del rischio.

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