Inflazione e rialzo dei tassi: come dovrebbero approcciarsi gli investitori ai mercati sulla scia degli ultimi eventi?

Gli ultimi dati sull’inflazione usciti martedi 13 Dicembre non sono stati così negativi come si temeva.

L'ultimo dato dell’indice dei prezzi al consumo (in inglese Consumer Price Index) mostra che a novembre i prezzi sono aumentati dello 0,1% su base mensile e del 7,1% su base annua. Sebbene il 7,1% non sia esattamente quello che definiremmo un dato troppo ottimista - la nota positiva è che è diminuito rispetto al dato del mese di ottobre.  Inoltre, è stato inferiore di 20 punti base rispetto alle previsioni degli analisti (7,3%).

Un IPC mensile di appena lo 0,1% si traduce in un tasso annualizzato dell'1,2%. Se questo dato rimanesse in questo intervallo anche in futuro, l'inflazione si troverebbe all'interno dell'obiettivo a lungo termine della FED (circa 2% annuale). L'IPC core (che esclude i prezzi più volatili dei prodotti alimentari ed energetici) ha registrato un leggero aumento dello 0,2% su base mensile, ma è rimasto al di sotto delle previsioni generali dello 0,3%.

Quali implicazioni per l’S&P500? 

L'indice S&P500 in un primo momento ha accolto positivamente la notizia, poi ha subito un sell off chiudendo la giornata con un modesto 0,76% di rialzo.

Come mai?

Seppur la notizia sia stata positiva, comunque la FED era in prossimità di aumentare i tassi di 0.5 punti base mercoledì e la preoccupazione sta nel fatto che la Fed continuerà ad aumentare il tasso di interesse per un periodo di tempo più lungo di quanto previsto.

Il Summary of Economic Projections che la banca centrale ha pubblicato mercoledì ha rilevato che la proiezione entro la fine del 2023 è del 2,8%. Powell ha ritenuto quindi importante ribadire che "il Comitato è fortemente impegnato a riportare l'inflazione al suo obiettivo".

Tuttavia, le proiezioni della Fed indicano un aumento molto contenuto dell'attività economica, mentre il tasso d'inflazione scende piuttosto precipitosamente.

Numerosi economisti e leader aziendali - da Jamie Dimon a Ray Dalio - mettono sempre più in guardia sulla prossima recessione economica. Il dato forse più significativo è rappresentato dagli ingenti tagli di posti di lavoro annunciati dalle aziende più importanti.

Amazon e altre aziende tecnologiche hanno assunto molte persone in seguito alla domanda esplosa durante la pandemia, che ha spostato le abitudini dei consumatori verso l'e-commerce. Ora, a causa del ritorno alle abitudini precedenti alla pandemia e del deterioramento delle condizioni macroeconomiche, molte di queste aziende stanno subendo un duro colpo e stanno licenziando migliaia di dipendenti.

Se la FED aspettasse troppo a lungo ad allentare la sua lotta all'inflazione, potrebbe far precipitare l'economia in una spirale negativa o, peggio ancora..

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